Icone

Alcuni modelli di icone che vengono realizzate nei nostri corsi.

Angelo del Gran Consiglio

angelo-del-gran-consiglioIn questa icona Cristo appare come angelica, ineffabile e nascosta presenza d’Amore. Rappresenta il Verbo eterno, preesistente al tempo.
È raffigurato giovane e imberbe, con uno “stikarion” (camice) dalle ampie maniche, impreziosito da bordi e cintura di perle.
Le caratteristiche di questa icona sono la bellezza incorruttibile di uno spirito dolce e silenzioso, la presenza discreta che “non ride e non alza la sua voce nelle piazze” (Is., 42:2). Il nimbo stellato (due rombi sovrapposti) che corona il capo e le ali, simbolo dell’energia che dà vita al cosmo, sono attributo della Sapienza divina. La mancanza del rotolo o del libro e le mani incrociate, indicano il silenzio del Salvatore e l’invito alla preghiera interiore.

Noli me tangere

noli-me-tangereDatazione: XVI secolo.
Proveniente da Creta.
Conservata al Museo delle Icone di Dubrovnik.

Maria di Magdala, bellissima e addolorata, avvolta nel suo manto rosso, riconosce Cristo nel giardiniere, che però si accomiata subito da lei con le parole: “Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre” (Giov., 20:17). La pianta di ulivo che cresce sulla tomba vuota simboleggia la vittoria della vita sulla morte. Il prato fiorito dove la Maddalena sta in ginocchio, rappresenta il Giardino del Paradiso. Avvolto nel raggiante “chitone” (tunica in un unico pezzo), il corpo del Cristo Risorto, porta i segni della Passione: la ferita al costato, i fori dei chiodi alle mani e ai piedi. Cristo mostra la mano destra a Maria e nella sinistra tiene il rotolo con l’elenco dei morti strappati dagli inferi).

Arcangelo Michele (Chonae)

arcangelo-michele-chonae-particolareParticolare dell’icona “Miracolo di Chonae”


Datazione: seconda metà XII secolo
Conservata al monastero di Santa Caterina, monte Sinai.


Per l’intervento dell’arcangelo le acque del fiume, dirottate dai pagani per distruggere la chiesa di Chonae, in Frigia, si uniscono in un gorgo che viene inghiottito dal suolo. L’arcangelo Michele sta davanti al monaco che lo supplica, e interviene con il suo scettro a impedire che le acque devastino la chiesa.

Trinità dell'Antico Testamento

rublev-trinita-antico-testamentoAutore: Andreij Rublev
Datazione: 1410 circa
Dimensioni originali: cm 114x142
Conservata alla Galleria Tret’jakov di Mosca.

La “mensa dell’ospitalità di Abramo” si trasforma nell’altare del sacro consiglio delle tre persone della Trinità. Da Bisanzio questo soggetto iconografico arriva in Russia dove, nel monastero fondato da San Sergio di Radonez (l’adoratore della Trinità, morto nel 1391), il monaco pittore Adrej Rublev, guidato dal suo successore, il beato Nikon, intorno al 1441 traduce la visione di san Sergio in questo straordinario capolavoro che nel 1551 venne dichiarato dalla Chiesa ortodossa modello unico e insuperabile a cui ogni pittore deve fare riferimento per rappresentare il mistero trinitario. Il profilo dei troni e dei suppedanei suggerisce un ottagono (il fonte battesimale), mentre le figure sono inscritte in un cerchio, che rende la composizione perfetta anche dal punto di vista geometrico e che dà l’idea della Unitrinità.