Icone

Alcuni modelli di icone che vengono realizzate nei nostri corsi.

Arcangelo Michele (Deesis)

rublev-arcangelo-micheledella Deesis “Zvenigorodsky”

Autore: Andreij Rublev
Datazione: 1410
Dimensioni originali: cm 184x134
Conservata alla Galleria Tret’jakov di Mosca.

Il suo nome significa “Chi è come Dio”. Di lui si parla nel Libro di Daniele (10,13). L'immagine di Michele arcangelo sia per il culto che per l'iconografia, deriva dai passi dell'Apocalisse. È comunemente rappresentato alato in armatura con la spada o lancia (con cui sconfigge il demonio, spesso nelle sembianze di drago). È il comandante dell'esercito celeste contro gli angeli ribelli del diavolo, che vengono precipitati a terra. A volte ha in mano una bilancia con cui pesa le anime (psicostasia), particolare che deriva dalla tradizione islamica (a sua volta derivante dalla mitologia egizia e persiana).

Trasfigurazione (part.)

trasfigurazione-teofane-particolareAutore: Teofane il Greco
Datazione: 1403
Dimensioni originali: cm 184x134
Conservata alla Galleria Tret’jakov di Mosca.

Il tema fondamentale della Trasfigurazione è la luce, che sfolgora nel Cristo e irraggia tutt’intorno, oscurando la luce naturale e trasfigurando la natura e l’uomo. Per questo motivo il monaco, benedetto dal vescovo e designato dalla comunità ad essere “scrittore di icone”, dipingeva per prima l’icona della Trasfigurazione, dopo un periodo di preghiera e di penitenza: l’icona della Trasfigurazione dà infatti significato a tutta la scrittura iconica poiché, come afferma Florenskij,
“a fondamento dell’icona c’è un’esperienza di luce e compito dell’icona è riflettere la luce del Tabor”.
Questo è un particolare dell’icona intera che rappresenta Cristo e ai suoi lati Mosè (alla Sua sinistra “il giovane”) ed Elia (alla Sua destra); nella parte inferiore sono visibili gli apostoli, che cadono a terra: Pietro (sotto Mosè), Giovanni (al centro) e Giacomo (sotto Elia)………. Nell’icona il biancore abbagliante delle vesti e dei raggi luminosi che irradiano da Cristo oscura l’oro del fondo e smorza la vivezza della mandorla rotonda azzurro chiaro.

Madre di Dio della Tenerezza

madre-di-dio-della-tenerezza-addolorataDatazione: metà del XVI sec.
Dimensioni originali: cm 47,5x37,7
Conservata al Museo storico di Mosca; proveniente dal Monastero delle Solovki.

Appartiene al tipo iconografico della Tenerezza, formatosi nell’arte bizantina alla fine del X secolo e diffusosi ampiamente nell’XI-XII secolo in seguito all’apparire di nuovi testi legati alla liturgia della settimana santa. La composizione di questa icona non coincide nei particolari con nessuna delle icone russe taumaturgiche della Tenerezza. D’altro canto, non si può escludere che si basi su un antico e venerato modello. La posizione delle mani della Vergine è quella della Grande umiltà o Vergine Addolorata: Maria custodisce il Figlio nel cuore. Il suo sguardo è severo e materno, consapevole della futura Passione. L’immagine del Bambino col chitone bianco e il manto intessuto di assist d’oro, richiama la forma di un calice rovesciato. Il piede destro rovesciato rispetto al sinistro, indica la duplice natura umano-divina del Cristo. Sul retro della tavola si è conservata una scritta posteriore, che probabilmente ne riprende una più antica: “Supplica dell’igumeno Filipp”. L’icona apparteneva probabilmente a san Filipp (Kolycev), che era stato igumeno del monastero delle Solovki nel 1548-1566, e poi divenne metropolita di Mosca (nel 1569 fu deposto e ucciso per ordine di Ivan il Terribile).

Il Salvatore

il-salvatoreDatazione: Mosca, fine del XVII, inizio XVIII sec.

L’icona è vicina nella composizione all’immagine del Salvatore da una Deesis conservata nel monastero della Trinità di San Sergio. Il volto è particolarmente interessante perché riproduce meravigliosamente le caratteristiche peculiarmente russe del tipo iconografico, con una soluzione del soggetto tipica dell’antica produzione moscovita.

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